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Archive for aprile 2011

Riporto qui un mio articolo uscito sabato 2 aprile sul Corriere Fiorentino

Odio chi va in bici. Non tutti, solo quelli che lo fanno in città fuori dalle (ancora poche) piste ciclabili: pensano di poter andare dove gli pare, fregandosene di sensi unici, semafori, marciapiedi. Da bambino, quando mio nonno mi ha insegnato a salirci su senza rotelle, mi sono state date regole chiarissime: tieni la destra, segui i segnali stradali e stai attento alle auto. Saggezza di un tempo piccolo, che dovrebbe essere sempre applicata. Invece no: all’incrocio, nonostante il rosso, il cinquantenne ben vestito che si muove su un modello da almeno cinquecento euro, passa. Che importa se lo scooter deve inchiodare per non travolgerlo: lui ti guarda, freddo, dall’alto della sua coscienza ecologista e sembra dirti: “Io non inquino, grazie a me anche tuo figlio respira un microgrammo di smog in meno, quindi vai e non rompermi le balle”.

E no, così non vale. Non si può sacrificare il codice della strada sull’altare della lotta al Pm10. Non è giusto che automobilisti, motociclisti e perfino autisti di autobus siano sbeffeggiati in continuazione da un manipolo di ecomaniaci su due ruote, rischiando anche di schiantarsi contro un muro per non ammazzarli. Il sindaco Matteo Renzi fa notare, ogni volta che si parla di traffico e inquinamento, che quando può si muove in bici: beato lui, ma non si è mai accorto della mancanza di disciplina da parte di chi lo fa abitualmente in città? Catorci legati ovunque (perché le biciclette nuove entrano in casa, come un fedele animale domestico), allunghi in contromano o sui marciapiedi.

Ci arrabbiamo (e a ragione) perché migliaia di fiorentini non rispettano i limiti di velocità controllati dagli autovelox, andiamo nel panico quando le centraline segnalano che l’ozono non ci fa respirare, prendiamo le mascherine se da Fukushima arriva una spruzzatina di iodio 131 (per noi innocuo in piccolissime quantità) e poi permettiamo a chi usa i pedali per spostarsi di infrangere ogni tipo di regola. Alla base di una vera democrazia ci dovrebbe essere “l’ecologia del comportamento” (la scienza in questo caso c’entra poco): il rispetto cioè dell’ambiente condiviso da una comunità, compresi quindi segnali stradali e semafori. Certo, chi si muove in auto o in moto produce smog e in qualche modo inquina quell’ambiente. Ma provateci voi a raggiungere velocemente l’ufficio dalla periferia e da uno dei Comuni della provincia in bicicletta: alla fine i danni aumenterebbero. Per l’utilizzo doppio di docce o deodoranti.

Antonio Montanaro

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