Un mio pezzullo uscito stamattina sui quotidiani E Polis.
Solo nella giornata di ieri circa 20mila weblog italiani hanno pubblicato un post, un commento, sul V-day. Basta inserire la parolina magica su Technorati (motore di ricerca per blog) per trovarsi di fronte a una vera e propria pioggia di parole (e opinioni) sull’iniziativa del comico genovese. Potenza della Rete. Sì, ma di quale Rete? Perché se è vero che il blog di Beppe Grillo ha scalato le classifiche mondiali di popolarità (è dodicesimo), è altrettanto innegabile che sul modo di fare community del neo-masaniello del Web permangono molti dubbi. «Il movimento che si è creato intorno a Grillo – spiega Antonio Sofi, ricercatore all’università di Firenze e tra i più attenti studiosi italiani di comunicazione digitale – segue dinamiche molto simili al processo di leaderizzazione in atto nella politica italiana. Senza la sua popolarità, che non nasce dal Web ma dall’essere comunque un personaggio pubblico, probabilmente non sarebbe nato un network così forte come quello che si è creato intorno al suo sito Internet». Insomma, l’antipolitica che segue gli stessi meccanismi della politica. Almeno per quanto riguarda la diffusione dei messaggi. «Indubbiamente – continua Sofi – Grillo ha rappresentato per molte persone un punto d’ingresso importante nella Rete, ma la sua è una comunicazione verticale, non orizzontale: lancia il messaggio e spinge gli altri a intervenire, ma non c’è interazione, non c’è scambio di opinione». Dunque, non ci troviamo di fronte a un vero e proprio movimento “dal basso”. «Grillo – conferma Sergio Maistrello, autore del libro La parte abitata della Rete – sfrutta solo una parte minima delle potenzialità di Internet. C’è sicuramente una voglia di partecipazione che viene intercettata dal suo blog, ma la sensazione è che poi tutto si fermi al grido, all’attestazione di esserci e non vada oltre. Non si sviluppa un autentico spirito critico».
Come sempre accade quando c’è qualcuno che abbia il coraggio di dire e gridare ciò che in molti pensano, i parrucconi parassiti cercano di tirar fuori qualche soldino proprio parlando di ciò che altri fanno bene.A me sto Sofi e sto Maistrello sembrano proprio delle vacuità.Nemmeno mi va di leggere il loro pensiero sui loro blog,ma non capisco perchè si scomodino a parlare di Grillo,visto ke vale talmente poco,secondo loro.Che esprimano le loro idee e verifichino l’eventuale seguito.Punti di ingresso,sfruttamenti minimi di Internet,verticalismi ed orizzontalismi…puro linguaggio parassita,cioè di persone che la società mantiene incoscientemente sulle spalle, perchè è una società opulenta e può permettersi il più inutile degli stregoni.Possibile mai che le loro menti speculative (assumiamolo in senso peggiorativo) non sappiano trovare altro?Possibile che non vogliano andare sui contenuti e sulle denunce di Grillo e di migliaia di persone?Dar da vivere a questa gente costituisce il lusso più vergognoso della nostra società, e leggerli il più vile esercizio d’ozio.Seguirli è certamente da menti prive di ogni spirito critico.”Fatti,non pugnette”,direbbe palmiro Cangini…
Cara Laretta, purtroppo non contano solo i contenuti. Tra l’altro discutibili della proposta di Grillo. Conta anche il modo in cui si utilizza lo strumento blog e Internet. Del tutto discutibile. Fare il tribuno della plebe, il masaniello del web è un conto. Utilizzare lo spirito critico per creare un vero movimento dal basso è altro. E di fatti Grillo ne fa ben pochi. Ops, forse ne fa per pubblicizzare i suoi spettacoli e le sue produzioni. Cosa legittima. Ma la politica è altro. Per carità…